Grazie alle nanotecnologie, un’innovazione promette di superare uno dei maggiori ostacoli per avere celle fotovoltaiche più efficienti e durevoli: garantirne il raffreddamento.
Un sottile strato di vetro con una struttura particolare, fatta a piramidi e coni di dimensioni nanometriche, che consente alle celle fotovoltaiche di raffreddarsi da sole, migliorando nettamente le prestazioni sia in quanto ad efficienza che in quanto a vita utile. E’ questa la soluzione cui sta lavorando un team di ricercatori diretto della Stanford University e che viene illustrata in un articolo uscito su Optica.
Il surriscaldamento, come sappiamo è un problema per le celle fotovoltaiche e pesa sia sulla produzione che sull’aspettativa di vita: lo studio stima che per ogni grado centigrado di riscaldamento l’efficienza cali di circa mezzo punto percentuale e per ogni 7,7 gradi di aumento il tasso di “invecchiamento” delle celle raddoppi.
Il team di Stanford ha studiato un modo che consente alle celle di raffreddarsi in maniera passiva: semplificando, le nanostrutture consentono di far passare certe lunghezze d’onda della luce solare, respingendone altre. In questo modo si frena il surriscaldamento della cella solare, mantenendo inalterata la quantità di energia solare che converte in elettricità.